sabato 23 settembre 2017

Cappuccino





Di anni Francesco ne aveva ventitré, quando lo conobbi; quando fu abbandonato appena quindici e ancora non era stato soprannominato Cappuccino, con il tempo avrebbe meritato questo appellativo.

Aveva terminato le scuole medie e si apprestava a cercare un lavoro, quando il padre consunto dal cancro morì; fu un colpo durissimo per il ragazzo ma anche con la morte nel cuore e con il pianto silenzioso dell’animo andò avanti, e nei suoi occhi incominciò a splendere la luce del dolore ma con gli stessi occhi cercò di trovare nuovi luoghi, dove poter andare.

La madre scappò di sera, in compagnia di un cielo stellato degli inizi di luglio, mentre Cappuccino osservava le stesse stelle, piangendo. Si dice che fosse scappata con un algerino, scappata con poca speranza alla ricerca di non so che cosa; non si vide più al paese, nemmeno Cappuccino ebbe più notizie. E Cappuccino incominciò a vagare, abbandonato e  solo.

Dormiva dove gli capitava, soldi non ne aveva, di lavoro non voleva saperne. Si diceva che dormisse al cimitero sulla tomba del padre, ricoperto dalle foglie cadenti di un novembre inoltrato; mangiava poco, mangiava ciò che le persone gli offrivano. E poi, fu sorpreso a rubare: mandato al carcere minorile,  incominciò un nuovo percorso con nuovi amici. Seguì dei corsi da barman e capii che, se voleva trovare fortuna, doveva impegnarsi e il ragazzo si impegnò.


Scontata la pena e compiuta la maggiore età,  scappò in Inghilterra, in cerca di nuova vita.


Aniceto Fiorillo



Autore di Kilometro zero
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 e dei suddetti Racconti disaccordati.

Nato a Cesa nel 1979, dopo la laurea in Lettere, viaggia per l’Italia e per l’Europa sia per piacere ma soprattutto alla ricerca di un qualsiasi lavoro che gli permetta di scrivere senza pensieri: a Brussel, incontra il Pilota e la sua comunità di brasiliani belgi, imparando l’inglese e il francese perché vuol sentirsi cittadino europeo ma il grigio del cielo belga lo rende triste e scappa verso il mare dell’isola di Malta. Qui si imbatte in una dozzina di russi che contrabbandano in diamanti e che decidono di scassarlo (picchiare una persona fino a ridurlo in fin di vita), e mentre tenta di sfuggire agli ex bolscevichi, incontra una bellissima sudtirolese che lo conduce a Bolzano dove si impegna nell’insegnamento e nel cercare di farsi una famiglia con relativa prole. Ma il Signore per lui ha in serbo altri piani! Ritorna a Napoli dove gestisce una libreria, naturalmente abusiva; finché, un giorno, di inverno, e di forte vento, non giunge la Finanza che gli intima di chiudere in blocco l’attività. Non si perde d’animo e con tanta voglia e molti denari sceglie la città di Roma come sua nuova sposa. Qui a Roma conosce la solitudine,il lavoro, l’amore, e poi, il vento lo riporta a Napoli centro. Ora è facile incontrarlo, di mattina, al Caffè del Duomo, prima che vada a scuola.

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