Il
cambio turno avveniva tra le 6.50 e le 7.00, quello sarebbe stato il momento
opportuno, pensò lui. All’inizio Susanna non era d’accordo, diceva che
sarebbero stati scoperti e Daniele per una settimana non le avrebbe fatto vedere
la tv.
Valerio
le rispondeva che quella mezza giornata di libertà avrebbe avuto un valore
maggiore, avrebbero passeggiato lungo le rive del Mincio, sarebbe stata una
mattinata romantica. Al suono di quel romantico Susanna si era convinta, aveva
fatto cadere le sue ultime resistenze. Si erano promessi che si sarebbero
incontrati l’indomani alle 6.55, in portineria non ci sarebbe stato nessuno.
Il
cielo era splendente, e gli ultimi respiri di un’estate calda si erano
riversati con dolcezza su quegli inizi di settembre; Valerio si era ben rasato,
bagnandosi di Acqua di Colonia di Parma, un giovincello di settantacinque anni
a cui ancora brillavano gli occhi alla vista di Susanna che, con un foulard
azzurro in tinta con i suoi occhi color mare, si mostrava semplicemente divina.
Invisibili ai tanti, si avviarono mano nella mano verso piazza San Calisto.
Presero la linea 37 che li avrebbe lasciati sul lungo fiume. Arrivati su una
gran terrazza, ordinarono due croissant alla crema e dei caffè macchiati. Intanto
nella casa di riposo i responsabili stavano andando ai matti, Valerio e Susanna
erano spariti. Fu allertata la polizia,
e per la città di Mantova si diede inizio alla caccia dei fuggiaschi. I due, circondati
da canneti e cipressi, e incurati del mondo attorno, si avviavano per i lunghi ciottoli
scuri, raccontandosi di viaggi che avrebbero fatto, e di nuovi posti che
avrebbero amato. E Valerio disse che la loro prima meta sarebbe stata Milano,
il luogo dove risiedeva l’unico figlio con la sua famiglia, avrebbe presentato
Susanna ai suoi parenti più cari e Susanna appoggiò lentamente la sua testa
sulle spalle larghe e robuste di Valerio, lei invece non aveva nessuno, solo
Valerio.
Inaspettatamente,
con il lento movimento di banchi di nuvole, spuntò la sagoma di Daniele che,
faticosamente, si asciugava la fronte zeppa di sudore, in compagnia di due
gendarmi; il sole fu coperto, gli uccelli, atterriti, viaggiarono verso un
limpido orizzonte e Susanna disse: “Ora ci puniranno”
“Non
ti preoccupare, ci penso io - disse Valerio, e poi aggiunse, accarezzandole il
viso, - siamo stati felici” Susanna si rasserenò, e si avviarono verso
Daniele.
Aniceto Fiorillo
Nato a Cesa nel 1979, dopo la
laurea in Lettere, viaggia per l’Italia e per l’Europa sia per
piacere ma soprattutto alla ricerca di un qualsiasi lavoro che gli
permetta di scrivere senza pensieri: a Brussel, incontra il Pilota e
la sua comunità di brasiliani belgi, imparando l’inglese e il
francese perché vuol sentirsi cittadino europeo ma il grigio del
cielo belga lo rende triste e scappa verso il mare dell’isola di
Malta. Qui si imbatte in una dozzina di russi che contrabbandano in
diamanti e che decidono di scassarlo (picchiare una persona fino a
ridurlo in fin di vita), e mentre tenta di sfuggire agli ex
bolscevichi, incontra una bellissima sudtirolese che lo conduce a
Bolzano dove si impegna nell’insegnamento e nel cercare di farsi
una famiglia con relativa prole. Ma il Signore per lui ha in serbo
altri piani! Ritorna a Napoli dove gestisce una libreria,
naturalmente abusiva; finché, un giorno, di inverno, e di forte
vento, non giunge la Finanza che gli intima di chiudere in blocco
l’attività. Non si perde d’animo e con tanta voglia e molti
denari sceglie la città di Roma come sua nuova sposa. Qui a Roma
conosce la solitudine,il lavoro, l’amore, e poi, il vento lo
riporta a Napoli centro. Ora è facile incontrarlo, di mattina, al
Caffè del Duomo, prima che vada a scuola.